55° Convegno Giovani Cittadella di Assisi




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#317
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UTENTI domestici


ITALIA

NOTE

Internet

9 milioni

Indagine a campione (21,3 % sul campione)

Per fasce di età: < 35 anni (35%); > 35 anni (20%); anziani (5%)



Totale mondiale

304 milioni

Stima marzo 2000

Le pagine Web hanno raggiunto nel mondo la cifra di oltre 2 miliardi, di cui l’84% realizzato negli Stati Uniti. Gli accessi dei portali più frequentati documentano milioni di pagine movimentate. Al di là della affidabilità del dato, si può notare che in Internet sono previsti e messi in atto meccanismi per mantenere traccia dei percorsi attraversati dagli utenti nella navigazione. Tecnologicamente è possibile, anche se costoso, il controllo delle operazioni in rete.


Alcune note finali.

Il mondo di Internet viaggia a tre velocità: gli Stati Uniti, per investimenti, produzione di strumenti ed utilizzo (in tutti gli ambiti, dal commercio elettronico all’intrattenimento, dall’educazione a distanza alle comunità virtuali) sono una vera e propria locomotiva.

L’ Europa segue con qualche affanno, condiviso anche dall’altra grande potenza industriale giapponese. Fattori frenanti rispetto agli Stati Uniti sono la differenza infrastrutturale e tecnologica, la minore quantità di investimenti e i vincoli legislativi. In sei mesi gli Stati Uniti hanno disciplinato tariffe e disciplina dell’IVA per l’accesso alla rete e le attività di commercio elettronico. Una analoga normativa richiede a livello europeo circa due anni per le decisioni legislative ed altri due per l’attuazione nei singoli stati. Per non confrontare, nei due casi, le normative che disciplinano il lavoro.

Il resto del mondo è quasi assente, in parte per endemica mancanza di risorse economiche e per la conseguente inesistenza di infrastrutture, in parte per le differenze linguistiche e ancora, in vaste aree, per l’analfabetismo. Le condizioni di partenza per usufruire della rete non sono le stesse che nelle aree ricche e industrializzate del mondo. Basti pensare che l’accesso ad Internet costa in media l’1% del proprio reddito a chi vive negli Stati Uniti, tra il 10 e il 15% in Messico e il 75% in Etiopia.

Il crearsi di un troppo evidente divario tra mondo tecnologizzato e resto del pianeta, con potenziale esplosivo dal punto di vista sociale e con limitazioni sulla possibilità di espansione del mercato rappresenta il problema maggiormente posto all’attenzione recente dei Paesi industrializzati. Pochi mesi fa un vertice del G8 ha stilato la Carta di Okinawa, per proporre la diffusione di Internet in tutto il mondo, contando sugli sviluppi della tecnologia satellitare, della telefonia mobile e dell’integrazione tra computer e apparecchi televisivi come supporto per la connettività. Con gli stessi intenti il MediaLab del MIT e l’università di Harvard promuovono un programma denominato Digital Nations.

Le potenzialità positive sono viste soprattutto nell’area dell’educazione a distanza, considerata come premessa per la crescita di condizioni favorevoli allo sviluppo economico e alla diffusione della tecnologia.





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