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  • Dimensione operativa del sapere e del saper fare nell’interazione con gli artigiani e i tecnici
  • Sperimentazione dell’autonomia nell’ itc "Maffucci" di Calitri




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    Sana22.03.2020
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    Sperimentazione dell’autonomia nell’ ITC "Maffucci" di Calitri
    Pietro Cerreta

    INSEGNAMENTO E APPRENDIMENTO INTERATTIVO

    L’interattività consiste essenzialmente nel dialogo, quanto più possibile bilaterale, tra persona e macchina. Essa è una forma di comunicazione che si è sviluppata recentemente su due basi indipendenti ma convergenti: le nuove tecnologie informatiche e telematiche e l’apprendimento informale.

    Nelle moderne società ormai tutte le relazioni richiedono stili di comunicazione interattivi, poiché sono capaci di combinare produttivamente il sapere e il saper fare. Inoltre, si osserva che i patrimoni culturali dei popoli, derivanti dalle immagini, dalla scrittura e dall’oralità, sono effettivamente più fruibili se si assoggettano a questo nuovo tramite.

    Per sostenere le sfide dell’epoca in cui viviamo, l’ ITC "Maffucci" intende adottare i modelli espressivi interattivi e le metodologie didattiche corrispondenti, in vista della definizione di un nuovo paradigma educativo.

    L’interattività come strumento di comunicazione informatica e telematica

    Negli ultimi tre anni, la progressione nell’innovazione delle attrezzature e del software informatici, che sembrava seguire un andamento lineare, ha subito una forte accelerazione. Protagonisti di questo avvenimento sono stati il sistema Windows e la rete Internet. Senza l’interattività, questi due modi di veicolare le informazioni non avrebbero avuto lo stesso successo.

    A seguito di questa rivoluzione, nei vari settori della società è notevolmente aumentata la quantità di individui che utilizzano l’innovazione tecnologica. Anche la scuola ne ha beneficiato, non solo nel campo delle discipline scientifiche ma anche in quello più generale della didattica, con l’adozione di programmi ipertestuali validi anche, ad esempio, per l’italiano e le lingue, per le scienze giuridiche, la storia e la geografia, che sembravano alquanto riparati dal forte vento innovativo. Uguale beneficio hanno avuto gli uffici amministrativi della scuole stesse, basti pensare che Internet e la posta elettronica sono ormai il nuovo standard di trasmissione di notizie ufficiali.

    L’interattività come processo di conoscenza sensoriale-intellettuale

    Ben prima della rivoluzione informatica di cui si parlava, l’interattività aveva cominciato a riorientare la pedagogia all’interno delle più grandi istituzioni museali del mondo in quanto era riuscita a potenziare le occasioni di apprendimento "informale".

    Dal Deutsches Museum di Monaco di Baviera, infatti, al Palais de la Decouverte di Parigi fino all’Exploratorium di San Francisco, a poco a poco, l’apprendimento interattivo oggi è giunto a conquistare la credibilità dei maggiori responsabili delle politiche culturali dei paesi avanzati. Nei Musei e nei Centri della Scienza ormai chiunque, indipendentemente dalla sua età e dalla sua cultura, può compiere esperienze dirette sui fenomeni della natura e giungere alle loro leggi. C’è da sottolineare che le apparecchiature adoperate a questo scopo, gli exhibit interattivi, differiscono dai comuni strumenti di laboratorio. Questi ultimi, in genere, sono centrati su chi insegna, gli exhibit invece sono concepiti in modo tale che al centro sia chi apprende, con i suoi sensi. Saranno infatti i sensi a condurre chi apprende all’intuizione delle ragioni del fenomeno.

    Nel mondo ormai esistono centinaia di luoghi deputati a tale scopo. Essi sono meno importanti dei grandi musei, ma sono ugualmente efficaci dal punto di vista pedagogico. Per la loro larga utenza, essi compiono davvero un servizio pubblico di educazione permanente.

    La cosiddetta "didattica breve" vi trova l’espressione più compiuta.

    L’apprendimento scientifico attraverso gli exhibit tuttavia non è alternativo ai percorsi cognitivi formali, anzi li favorisce. E' stato sperimentato che gli exhibit rafforzano l’apprendimento scolastico in quanto arricchiscono il curriculum di punti di appoggio concreti, che l’emotività e l’affettività trasformano in capisaldi reali di conoscenza.

    In Italia, il movimento dell’apprendimento informale è ancora agli albori. Tuttavia, uno dei pochi gruppi italiani che da più di dieci anni ha compiuto passi in questo campo innovativo si trova proprio nell’ ITC "Maffucci" ed è costituito dai Professori Pietro Cerreta e Canio Lelio Toglia. Non è irrilevante ricordare che la qualità del lavoro di questo gruppo è stata apprezzata ai massimi livelli scolastici ed universitari. Ad esso, infatti, sono stati assegnati importanti riconoscimenti nazionali ed internazionali.

    Obiettivo del progetto: insegnamento scientifico con unità espositive, anche realizzate dagli alunni

    Il presente progetto di sperimentazione dell’autonomia ha inteso favorire l’apertura di una strada scolastica al multiforme movimento dell’educazione informale, incanalandone la ricchezza e rendendo compatibili i suoi metodi con quelli tradizionali.

    L'esperienza del gruppo predetto ha dimostrato che ciò è possibile solo se vengono seguite entrambe le piste dell’interattività dinanzi delineate.

    Ciò che, però, connota meglio tale esperienza e che la rende esemplare in tutta l’Italia è la effettiva produzione di exhibit da esso eseguita, mediante la collaborazione con altri docenti, artigiani e tecnici locali, con studenti universitari ed alunni delle scuole medie superiori di Calitri. Alla base del complesso rapporto che è stato instaurato tra persone e risorse c’è un modello di conoscenza che può definirsi integrato: la tecnologia e la progettazione si avvalgono sia della manualità che dell’astrazione, sia della sensibilità estetica sia della storia della scienza, sia della didattica che dell’informatica, intesa anche come nuova abilità artigiana.

    Questo modello fa riferimento alla bottega rinascimentale che, in altri momenti storici, esaltò le conoscenze tecniche e pratiche insieme a quelle speculative ed artistiche.

    Di tale concezione viene fatto merito al gruppo suddetto ogni volta che espone gli exhibit della collezione nelle varie città.

    D’altra parte, non si tratta solo di una attività espositiva legata al sapere scientifico e tecnologico, ma è anche esperienza umana nella quale convergono centinaia di ragazzi e decine d’insegnanti che, da quel momento in poi, la ricordano come svolta principale nella loro vita scolastica. Ormai si può dire che il gruppo ha qua e là seminato esperienze dalle quali sorgono frutti sorprendenti (Futuro Remoto, Cremona, Foggia ecc.).

    Non vada dimenticato il successo ottenuto ad Avellino, non più di un anno fa.

    Segno dell’importanza anche per gli altri del modello adottato dal gruppo è il Progetto nazionale "Adotta un esperimento" del quale, insieme all’ Università di Perugia e al MURST esso è responsabile.

    Poiché sarebbe lungo elencare le tappe di questa esperienza, si fa riferimento alla vasta documentazione allegata alla presente relazione.

    Finalità e struttura del progetto

    Seguendo le direttive ministeriali sull’autonomia della scuola, il gruppo è in grado di calare la sua attività nell’ambito scolastico di Calitri, in un rapporto di mutua collaborazione con i curricoli delle discipline insegnate e al servizio delle nuove tecnologie didattiche.

    La caratterizzazione scientifica che contraddistingue maggiormente il settore in questione orienta l’indirizzo principale del progetto. In sostanza, i Professori Cerreta e Toglia mettono a disposizione degli insegnanti di materie scientifiche il materiale già prodotto, le ricerche eseguite sugli esperimenti di fisica e di percezione e la rete di conoscenze acquisite in campo nazionale e internazionale.

    Per quel che riguarda l’informatica e la telematica, partendo dai Progetti Ministeriali 1A e1B e dall’ aggiornamento professionale, nell’ampia rosa di software didattici, si tende a far diventare l’interattività lo standard educativo, con la cautela dei passi progressivi e graduali, per tutte le materie.



    Ciò farà sì che l’alunno e il genitore nel momento di decidere a quale indirizzo orientarsi vedano nell’offerta formativa della scuola il punto più avanzato di ciò che viene proposto nei Comuni della zona. E’ necessario, senza dubbio, uno sforzo di adattamento, ma questo sforzo non richiederà l’alterazione radicale delle procedure esistenti.

    Contenuti

    Poiché l’apprendimento informale è per sua natura dipendente dal rapporto sensoriale con i fenomeni, i temi che oggetto di studio sono contraddistinti dalle variabili fisiche e percettive degli exhibit utilizzati. L’organizzazione espositiva, infatti, è fondata su una gamma discreta di esplorazioni, un discreto che si spiega sia per la singolarità dei fenomeni messi in campo, sia per le ben individuate operazioni di approccio conoscitivo con unità monotematiche. La collezione di exhibit, in altri termini, può essere considerata come una sorta di bosco in cui si va alla scoperta delle particolarità degli alberi, ma anche del sottobosco e degli animali che ci vivono. Ma la passeggiata rinvia anche a riflessioni sulla natura e su se stessi, in rapporto all’ambiente circostante. Perciò, ai diversi piani di fruizione immediata: la percezione, la sorpresa, la varietà che un fenomeno può assumere, la generalità delle leggi fisiche, c’è la corrispondenza di una fruizione più ragionata, che fa riferimenti a testi da consultare, alle procedure effettive per la realizzazioni delle apparecchiature con cui si interagisce, alle tecniche informatiche di progettazione e al rapporto con i costi e con gli artigiani che collaborano alla produzione. Si intende come contenuto del progetto anche l’insieme delle conoscenze posteriori all’approccio sensoriale con gli exhibit.

    In sintesi, gli alunni coinvolti nel progetto:

    diventano "explainer" (guide) per i loro coetanei e per la gente comune nella comprensione dei fenomeni della mostra;

    imparano a progettare e a costruire exhibit mediante la progettazione informatica e le relazioni telematiche e mediante la manualità, in collaborazione con lo staff della mostra;

    imparano a scoprire le relazioni tra i fenomeni oggetto dell’esposizione e la storia della scienza, senza trascurare i problemi legati all’attualità della questione energetica e all’impatto ambientale delle moderne tecnologie;

    imparano a stimare e a valutare costi di produzione e di esposizione, a rispondere adeguatamente a impegni pubblici e integrare le conoscenze scolastiche con quelle dell'attività espositiva.

    Usando fino in fondo la metafora del "bosco", qui si indicano soltanto alcuni percorsi che gli alunni, ma anche il pubblico in genere può compiere, a partire da alcuni exhibit. In neretto sono indicati i percorsi, in carattere normale gli exhibit su cui si compie quel percorso:

    Immagini, luci e colori

    Isola luminosa
    Immagini reali
    Luce polarizzata
    Ombre colorate
    Riflettore angolare
    Riflessioni sferiche
    Parabole
    Motore a luce
    Specchio antigravità
    Pellicola colorata di sapone
    Io e te insieme
    Entra nel caleidoscopio
    Bacchetta magica
    Effetto Moirè

    Le cose, l’occhio e il cervello

    Parabole
    Dritte o curve
    Io e te insieme
    I dischi di Benham
    Lo specchio antigravità
    Entra nel caleidoscopio
    Il gatto del Cheshire
    Tocca la molla
    Effetto Moirè

    Le sfide


    Gara in discesa
    Note a memoria
    Il diavoletto di Cartesio

    Batteria a mano


    Specchio antigravità
    Il piccolo contro il grande
    Immagini reali
    Comincia da sopra

    Oggetti in rotazione

    Giroscopio
    Ruota di bicicletta giroscopica
    Gara in discesa
    Stecca in equilibrio
    Armonografo
    Il piccolo contro il grande
    I dischi di Benham

    Equilibri delicati

    Stecca in equilibrio
    Il diavoletto di Cartesio
    Pulci elettriche
    L’attrattore strano
    Comincia da sopra
    Le ruote quadrate

    Ipotesi di organizzazione

    L’organizzazione delle attività didattiche, si ipotizzò essere tanto più articolata quanto maggiori sarebbero stati i contributi dei docenti coinvolti e quanto più estesi gli obiettivi.

    L’ ipotesi minima prendeva in considerazione uno staff di tre persone: i Proff. P. Cerreta e C.L. Toglia coordinatori del gruppo di lavoro di cui si è parlato e il Prof. G. Del Guercio (assistente di cattedra), che aveva già compiuto esperienze di collaborazione con il gruppo negli anni precedenti.

    Le classi investite si ipotizzò essere quelle del biennio dell’ITC Maffucci (circa 100 alunni). La partecipazione era prevista in forma volontaria e gratuita; la selezione degli alunni sarebbe stata condotta dai coordinatori del Progetto in base a criteri di disponibilità e di capacità coinvolgendo anche singoli alunni degli anni superiori già distintisi nel settore. Le attività sarebbero state pomeridiane, ma non indipendenti dal curriculum, e si sarebbero svolte prevedendo un impegno di un minimo di tre ore fino a un massimo di sei ore settimanali o più, in alcuni periodi prestabiliti.

    Le risorse erano quelle della mostra interattiva "Le ruote quadrate", a cui si andavano ad aggiungere in modo autonomo e differenziato le altre provenienti dall’istituzione scolastica.

    L’ ipotesi media prendeva in considerazione uno staff più ampio, che includeva il precedente, con l’aggiunta del docente di scienze della natura e di un docente di scienze giuridico-economiche.

    Il numero degli alunni sarebbe cresciuto proporzionalmente, con la frequenza di attività pomeridiana e la natura delle risorse descritte nell’ipotesi minima.

    L’ ipotesi massima prendeva in considerazione uno staff ancora più ampio. Si prevedeva una collaborazione con le altre Scuole dell’Istituto (ISA e Liceo), sia coinvolgendo docenti di materie scientifiche sia quelli di materie artistiche. Anche gli alunni di queste Scuole sarebbero stati coinvolti nelle attività didattiche, ad esempio proseguendo le esperienze positive già avute in passato come quelle di "explainer" nelle pubbliche esposizioni.

    In questo caso il numero degli alunni impegnati sarebbe stato ancora maggiore, ma la frequenza dell’attività pomeridiana e la natura delle risorse sarebbero state le stesse.

    In ogni caso, non si escluse la partecipazione al progetto degli insegnanti dell’ITC "Maffucci" di discipline diverse da quelle descritte né quella dei docenti di altre Scuole che avessero voluto contribuire con le loro competenze alla raggiungimento degli obiettivi sopra esposti.

    Fuori dai curricoli, il progetto assume anche l’impegno della divulgazione scientifica destinata alla gente comune, nelle forme consentite nei pubblici locali.

    Per le risorse finanziarie si fa riferimento sia a quelle provenienti da pubbliche elargizioni, come è avvenuto nel passato per la realizzazione degli exhibit della mostra itinerante "Le ruote quadrate", sia a quelle fornite dall’Amministrazione Scolastica all’atto dell’approvazione del presente Progetto.

    Saldatura con gli altri processi provinciali; itineranza nazionale e immissione in rete tramite "Adotta un esperimento"

    Identico servizio viene offerto nelle forme possibili alle altre scuole, considerando le modalità e le opportunità di scambio già avute in questi anni. Il gruppo infatti è in grado di allestire manifestazioni itineranti, in ogni punto d’Italia. La novità connessa a questo Progetto consiste nell’impiego degli alunni che vi partecipano come "explainer" per i loro colleghi, nei luoghi di esposizione, durante la fase organizzativa.

    Resta inteso che la collaborazione al Progetto "Adotta un esperimento" è estesa agli insegnanti e agli alunni delle scuole dell’Istituto, per la circolazione di idee e per la realizzazione degli scopi del Progetto stesso in ambito locale.

    Facendo riferimento al programma educativo che il gruppo ha già elaborato e che consiste nelle seguenti esposizioni:





    Istituzione

    Località

    Periodo




    Università di Perugia

    Terni

    inizi di dicembre 1998

    ITG "F. Juvara"

    Siracusa

    fine gennaio 1999

    Provincia di Parma

    Parma

    febbraio 1999

    Università di Perugia

    Perugia

    settimana della cultura scientifica (fine marzo 1999)

    Comune di Udine

    Udine

    aprile 1999

    Le istituzioni suddette si intesero come collaboratrici esterne. Si sottolinea in particolare la collaborazione dell’Università di Perugia e del Prof. Roberto Battiston direttore del Progetto "Adotta un Esperimento", per l’importanza che essi assumono nel programma.

    Dimensione operativa del sapere e del saper fare nell’interazione con gli artigiani e i tecnici

    Parte delle conoscenze di base del saper fare, normalmente acquisite nella bottega artigiana, sono oggetto di apprendimento nell’ambito del Progetto di autonomia. In questo senso è potenziato il rapporto con i colleghi dell’Istituto d’Arte e, in genere, con tutte gli individui effettivamente produttivi della zona.


















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